Afragola
AFRAGOLA. L’Amministrazione Grillo fa uso improprio del simbolo della Guardia di Finanza rischiando il reato penale
AFRAGOLA – Il primo Aprile l’Amministrazione Grillo ha diramato le modalità con cui bisogna richiedere il famoso buono pasto messo a disposizione dal Premier Conte con il DPCM del 29 Marzo 2020. Tra le modalità di invio del modulo della richiesta erano stati messi a disposizione ben sei numeri di cellulare, dove si indicava che a mezzo whatsapp si potevano inviare immagini dei moduli compilati.
Memorizzando sul proprio cellulare i primi due numeri – 379.1975621 e 329.4936301 – e accingendosi a inviare il modulo compilato, la maggior parte dei cittadini si è accorta che nell’immagine del profilo dei numeri salvati in agenda veniva raffigurato il “crest” della Guardia di Finanza. Il dubbio, in breve tempo ha fatto il giro della città. A chi sono intestati quei numeri? Perché affidare la ricezione delle domande agli agenti della Guardia di Finanza? Qualcuno ha anche collegato l’eventualità di far controllare fedina penale o reale reddito dei richiedenti ma qualcun altro ha avanzato l’ipotesi di deterrenza, ovvero che forse l’Ammnistrazione Grillo abbia pensato bene di intimorire magari eventuali male intenzionati, lasciando credere che il tutto sia stato affidato alla Guardia di Finanza.
Venuti a conoscenza della notizia, per dipanare qualsiasi dubbio, la nostra redazione ha raggiunto telefonicamente i diretti interessati – il Gruppo Guardia di Finanza di Frattamaggiore – che hanno rassicurato che nessuno dei due numeri appartiene a qualche agente della Guardia di Finanza, che non c’è nessuna collaborazione in atto col Comune di Afragola e che potevano già anticiparci che sicuramente si tratta di una truffa in atto.
In poche parole, l’amministrazione Grillo emana un documento ufficiale dove sono riportati dei numeri che raffigurano illecitamente il simbolo della Guardia di Finanza.
Vogliamo ricordare chi magari ha ritenuto opportuno usare quel simbolo per chissà quale motivo che l’art. 497 ter del Codice penale prevede la pena da due a cinque anni di reclusione con l’incremento di un terzo della pena per chi illecitamente detiene segni distintivi, contrassegni o documenti di identificazione in uso ai Corpi di polizia, ovvero oggetti o documenti che ne simulano la funzione.
Questa sicuramente rappresenta una delle pagine più brutte dell’amministrazione Grillo che ancora una volta dimostra tutta l’incapacità e la sprovvedutezza in chi governa la città.
Afragola
Afragola, operaio finisce in un’impastatrice del cantiere: addio a Raffaele
Un operaio originario di Afragola, Raffaele Boemio, dipendente di una ditta di Nola, ha perso la vita – nel pomeriggio di giovedì – a seguito di una caduta in un’impastatrice del cemento in un cantiere per la fibra ottica a Cancello ed Arnone (Ce).
Ad ora, è ignota la causa. La salma della vittima, 62enne, è stata sequestrata per l’autopsia.
Indagini in corso da parte dei carabinieri.
Afragola
AFRAGOLA – Rapina shock al centro commerciale ‘Le Porte di Napoli’
Ad Afragola, nel centro commerciale Le Porte di Napoli, è – da poco – avvenuta una rapina.
Ad intervenire, in via Santa Maria, sono stati i carabinieri di Casoria.
Da una primissima ricostruzione, da verificare, sembra che due persone armate, verosimilmente di pistola, avrebbero messo a segno un colpo in una gioielleria ubicata all’interno del centro commerciale, portando via con sè diversi gioielli e orologi, per poi darsi a gambe levate.
Le indagini sono in corso. Non ci sarebbero feriti, né sarebbero stati esplosi colpi da arma da fuoco.
Afragola
Afragola, uomo sequestrato e picchiato da due uomini del clan
La Procura di Napoli ha emesso due ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di due persone. I provvedimenti sono stati eseguiti dalla Squadra Mobile di Napoli e il Commissariato di Polizia di Afragola. Le due persone sono ritenute indiziate dei reati di sequestro di persona, detenzione e porto di armi, lesioni e rapina, con l’aggravante dal metodo mafioso.
I fatti sarebbero avvenuti ad Afragola e Somma Vesuviana, con un modus operandi del tutto brutale: la vittima sarebbe stata sequestrata per più di un’ora e picchiata in maniera reiterata.
Il movente è al momento ignoto.
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